Quando la notte di Cristina Comencini

È la storia di una mamma che non riesce ad essere la mamma che vorrebbe, ma alla fine…
Ma andiamo per gradi. Marina ha un grave ”handicap”, se così vogliamo chiamare l’incapacità, quasi l’impossibilità di una mamma di rapportarsi al figlio, di comunicare con il suo bambino, di trasmettergli tutto il suo amore e la sua tenerezza, tutta la gioia di essere la sua mamma, la mamma proprio di lui, il meraviglioso bambino che lei stessa ha messo al mondo. È una realtà che Marina non ha confidato mai a nessuno e non ha mai ammesso neppure con se stessa, forse quasi incredula di non saper essere mamma.

Ma ora che è sola con il suo bambino in montagna, dove si è recata con il bambino per la vacanza estiva, ora che non ha nessuno accanto a sé che la sostenga nel suo ruolo di mamma, ora si arrende alla realtà, alla consapevolezza che proprio non riesce ad essere la mamma che pure con tutto il cuore vorrebbe essere. Qualunque mamma sarebbe felice di starsene in un posto tranquillo, con il suo bambino tutto per sé, da accudire, vezzeggiare, coccolare. Ma purtroppo Marina si ritrova davanti al suo problema di sempre: è ormai consapevole della sua incapacità di essere una brava madre come tutte le altre.
Una sensazione dolorosa e angosciante che cerca di nascondere al suo padrone di casa, Manfred, un montanaro rude e silenzioso, chiuso a sua volta in grande dolore: ha perduto la madre e la moglie lo ha abbandonato portando via anche i figli. Un giorno il figlio di Marina cade accidentalmente dal tavolo, perde molto sangue, ma lei è incapace di reagire. È come bloccata.
Manfred salva il bambino e capisce tutto, scopre il “segreto”, da lui quasi intuito, di quella donna che proprio per questo motivo ha continuato a spiare: Marina non è in grado di accudire il suo bambino. Ma anche lui vive il suo dramma segreto, che però viene subito scoperto: in un incidente in montagna, là dove lui dovrebbe sentirsi più sicuro e forte, rischia di perdere la vita ma viene salvato da Marina. È così che Manfred si rivela per quello che è realmente: un uomo invalido, traumatizzato e angosciosamente solo.
Il momento dell’incidente è quanto mai incredibile: un uomo e una donna che hanno sempre portato nel cuore il dramma della solitudine per un attimo lunghissimo si guardano, si sfidano, si desiderano e invece si separano. Finita la vacanza, Manfred si fa accudire dalla ex moglie e Marina torna dal marito, in città. Manfred e Marina si ritrovano quindici anni dopo quell’estate.
L’AUTRICE
Cristina Comencini
è nata a Roma nel 1956, figlia del grande cineasta Luigi, Cristina Comencini collabora a lungo col padre in veste di sceneggiatrice. Nel 1988 fa il suo esordio nella regia con Zoo (1988). Tra gli altri suoi film: I divertimenti della vita privata, La fine è nota (dal romanzo di Geoffrey Holliday Hall)(1992), Matrimoni, Va’ dove ti porta il cuore (dal romanzo di Susanna Tamaro)(1996), Matrimoni(1998), Liberate i pesci (2000), Il più bel giorno della mia vita(2002), La bestia nel cuore (2005, candidato all’Oscar), Bianco e nero(2008). Nel 2006 ha curato la trasposizione e la regia teatrale del suo romanzo Due partite da cui, nel 2009, Enzo Montaleone ha tratto l’omonimo film.

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