Le cose sono vive: ci ascoltano, ci parlano, ci avvolgono nella loro aura

Le cose sono vive: ci ascoltano, ci parlano, ci avvolgono nella loro aura

Gli abitanti del mondo pre-moderno lo sapevano, istintivamente i più, consapevolmente alcuni: le cose della nostra vita, gli oggetti materiali, i luoghi nei quali abitiamo, non sono cose morte, ma vive: talmente vive che ci ascoltano, ci parlano e ci avvolgono nella loro aura

Uno degli aspetti più caratteristici e più sconcertanti della modernità e del suo preteso ”progresso” consiste proprio nell’oblio di questa semplice, elementare verità, la cui conseguenza diretta sono l’indifferenza o il disprezzo con i quali trattiamo gli oggetti e le cose, ritenendoli in se stessi insignificanti e perfettamente intercambiabili.

Si cambiano i mobili della casa, come se fosse la cosa più naturale del mondo (e, il più delle volte, senza una vera necessità); si cambia un vestito come se il nuovo fosse la stessa, identica cosa del vecchio; si cambia casa come se i luoghi fossero tutti più o meno uguali, come se lo spazio in cui vivere fosse ”neutro” e totalmente passivo, inanimato.

Invece non è così. Nulla è morto o privo di vita; le cose ed i luoghi sono impregnati di energia, che può essere positiva o negativa: quella di coloro che hanno maneggiato a lungo quegli oggetti, o che hanno indossato quegli abiti, o che hanno vissuto in quei luoghi. Se noi solo abbiamo maneggiato quegli oggetti o indossato quei vestiti, l’energia sarà sostanzialmente la nostra; se noi soli abbiamo vissuto in quello spazio, o se vi abbiamo vissuto per un periodo di tempo considerevole, magari fin dalla nascita, l’energia che li pervade sarà, sostanzialmente, la nostra e quella delle persone che hanno vissuto con noi.

Ecco perché lasciare la propria casa natale è un dramma, per un anziano: la migliore casa di riposo di questo mondo non possiede l’aura di quella, non è impregnata di quelle energie; l’anziano lo sente e deperisce rapidamente, anche se il medico non riscontra particolari patologie organiche. Molti anziani, arrivati ad una bella età relativamente sani, quando perdono l’autonomia e vengono ricoverati dai parenti in qualche istituto geriatrico, si trovano improvvisamente ”svuotati” dell’energia dei luoghi amati e perdono la voglia di vivere, venendo così a morte in maniera apparentemente inesplicabile.

L’energia di cui le cose e le abitazioni sono ”caricate” può essere, ovviamente, sia positiva che negativa: dipende dalle persone che le hanno possedute o che le hanno abitate. Ma niente è davvero nostro, di quanto ci circonda e anche di quanto adoperiamo. Basta riflettervi sopra e lo si capisce rapidamente: la stragrande maggioranza degli oggetti dei quali noi ci serviamo, infatti, continuerà ad esistere anche dopo di noi, così come esisteva prima: non ce li potremo portare dietro, quando verrà il nostro tempo di lasciare la presente dimensione.

Dunque: energia positiva o negativa, perché noi stessi siamo fonte di energia, siamo fatti di energia; e tale energia non è mai neutra, ma è sempre carica positivamente o negativamente, a seconda che il nostro essere sia soggetto a vibrazioni ad alta frequenza o a bassa frequenza. Alta frequenza vuol dire gioia ed apertura; bassa frequenza, invece, significa rabbia, paura e simili.

La natura, positiva o negativa, dell’energia vitale, non dipende solo dall’età, ma anche e soprattutto dalla qualità dei sentimenti. Materialistico è pensare che una persona, per il solo fatto di essere anziana, vampirizzi l’energia vitale dei bambini: se così fosse, basterebbe far sì che i bambini vivano sempre a contatto con adulti relativamente giovani, e tutto andrebbe nel migliore dei modi; il che non è affatto vero.

Genitori giovani o fratelli maggiori, ad esempio, possono essere fonte di energie negative e, quindi, possono comportarsi verso i piccoli come altrettanti vampiri psichici, derubandoli della loro carica di energia vitale.

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