L’unico figlio di Anne Holt

La vicenda si svolge in Norvegia. È la storia di Olav Håkonsen, un ragazzino consegnato alle cure di un orfanotrofio contro la volontà di sua madre.
Olav arriva nella casa famiglia di Oslo in un febbraio freddissimo e nebbioso. Olav non è un ragazzo tranquillo. Appena arrivato rivela il suo carattere ribelle e litigioso e per questo motivo si fa odiare dai suoi compagni e dal personale. Infatti non fa che inveire contro di loro tutto il giorno, li attacca, li insulta e scaglia incredibili parolacce non solo contro i compagni, ma anche contro Agnes Vestavik, direttrice della casa famiglia. L’atteggiamento continuamente ostile di Olav porta, naturalmente, grande scompiglio nella casa famiglia.

Olav ha solo dodici anni, forse il suo carattere ribelle dipende dal dolore per il distacco dalla mamma, ma i servizi sociali hanno deciso così e lui pare non accettare, anzi rifiuta proprio una decisione che forse ritiene ingiusta e il suo comportamento anomalo è forse il suo modo di contestare un’ingiustizia. Il personale tenta in ogni modo di ”domarlo”, ma impossibile. L’unica che riesce a creare un dialogo con lui è Maren Kalsvik, la vicedirettrice.
E un giorno accade qualcosa di terribile: la direttrice della casa famiglia viene trovata uccisa con un coltello da cucina nel suo ufficio e contemporaneamente il piccolo Olav scompare dopo aver litigato con lei. Si parla di omicidio e tutti pensano che il ragazzino potrebbe essere il colpevole, ma l’istituto nasconde segreti e gli addetti sospettano l’uno dell’altro.
Naturalmente la polizia di Oslo inizia subito le indagini sul caso. L’ispettore capo, Hanne Wilhelmsen, si aggira per le strade di Oslo, tra il peggior degrado, perché spera di trovare delle prove. L’omicidio è avvenuto usando un coltello dell’Ikea, diverso dai coltelli usati nell’istituto e perfettamente ripulito da qualsiasi segno di riconoscimento.
Apparentemente non è stato portato via nulla e l’assassino conosceva bene il posto. Olav non si trova, ma gli inquirenti non possono credere che sia lui il colpevole. Piuttosto si indaga per scoprire dove sia nascosto, perché forse è l’unico testimone dell’omicidio ed è in pericolo.
Un thriller poliziesco che rivela anche situazioni familiari dolorose e drammatiche che fanno riflettere.
L’AUTRICE
Anne Holt
(1958) è la regina assoluta del romanzo del crimine norvegese e scandinavo, ma anche una delle autrici scandinave piú apprezzate dal pubblico e dalla critica di ogni tempo. Oggi si avvia a detronizzare anche i colleghi maschi con il crescente successo delle sue due serie romanzesche – la prima con il personaggio della detective Hanne Wilhelmsen, la seconda con la coppia Vik e Stubø. È una donna con una straordinaria e vasta esperienza lavorativa e umana alle spalle, una conoscenza diretta dei meccanismi investigativi e legali – è stata Procuratore e perfino Ministro della Giustizia. È nata a Larvik e cresciuta tra Lillestrom e Tromsø in Norvegia. Ha vissuto negli Stati Uniti, a Dallas (proprio negli anni in cui fu ucciso JFK) e nel Maine, dove ha frequentato il liceo. Oggi vive a Oslo con la moglie e la figlia, nata nel 2002. Anne Holt ha lavorato anche come collaboratrice per diversi media e curato una rubrica di calcio, sua grande passione. Di Anne Holt Einaudi Stile libero ha pubblicato con grande successo nel 2008 il primo libro della serie di Vik e Stubø, Quello che ti meriti (ora anche SuperET). Nel 2009 sono usciti i romanzi Non deve accadere (SuperET 2010), La porta chiusa – dove alla coppia Vik e Stubø si affianca la stessa Hanne Wilhelmsen -, nel 2010 La dea cieca, vincitore del Premio Riverton per il miglior giallo norvegese dell’anno e il romanzo La vendetta, e nel 2011 L’unico figlio.

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