Cosa tiene accese le stelle di Mario Calabresi

Un saggio che vuole essere un messaggio quello di Mario Calabresi, e soprattutto una pagina della nostra storia che le giovani generazioni ignorano e che invece è giusto che conoscano.
Ed è forse questo il motivo per cui Calabresi parla dell’oggi quale era di malessere generale e di totale mancanza di fiducia nel futuro, ma mette molto in evidenza le tante sconfitte ma anche le numerose conquiste di un passato non molto lontano quando si faceva fatica a vivere ma non si perdeva mai la speranza in tempi migliori. Ma qual è il nostro presente? Il presente è un percorso così paralizzato da non riuscire a mettere a fuoco l’esempio di chi non ha mai smesso di credere nel futuro.

Non a caso Mario Calabresi ricorda che ”una sera di novembre del 1955 mia nonna, che aveva quarant’anni, riconquistò la libertà e si sentì felice: aveva preso in mano un libro ed era riuscita a leggere qualche pagina prima di addormentarsi”, volendo comunicare la sensazione di libertà e di relax che sua nonna ha provato la prima volta che ha utilizzato la lavatrice.
Perché di solito la nonna di Mario Calabresi andava a letto molto stanca, dopo aver lavato montagne di lenzuola e pannolini. Quella sera era rilassata, perché proprio quella sera per la prima volta aveva usato la lavatrice e si era sentita finalmente libera dalla fatica del bucato. Quella fu allora una conquista, ma non la sola conquista del tempo. Tante le conquiste vissute straordinariamente, pur con molti sacrifici, ma oggi completamente dimenticate.
Eppure scienziati, artisti, imprenditori, giornalisti e persone comuni hanno saputo affrontare a testa alta le sfide collettive e individuali del mondo di oggi: studiosi che hanno offerto una speranza ai malati incurabili, giovani che con lo studio e l’impegno hanno cambiato la loro vita.
Non sono esempi buttati lì a caso, ma la dimostrazione che, pur in mezzo allo sconforto diffuso, esiste sempre una strada d’uscita: coltivando le proprie passioni, ad esempio, si può conquistare la libertà se si vuole. Perché la libertà si conquista anche con la volontà. ”Volli, sempre volli, fortissimamente volli”, disse un grande. Energia e coraggio, dunque: ecco quello che ci vuole, ecco perché ”le stelle si sono accese per guidare il cammino degli uomini, la loro fantasia, i loro sogni, per insegnarci a non tenere la testa bassa, nemmeno quando è buio”.
Per definire il malessere così diffuso nel nostro Paese e capire quale sia la strada per uscirne, Calabresi ha ripercorso un cammino a ritroso, riandando ad un tempo in cui si faceva fatica a vivere ma era pur sempre accesa una speranza, e prendendo in esame un presente così paralizzato da non riuscire a mettere a fuoco l’esempio di chi non ha mai smesso di credere nel futuro. ”Per riprendere coraggio, per trovare ossigeno, mi sono rimesso a viaggiare nella memoria. Chi lo fa si sente immediatamente più forte: se ce l’hanno fatta loro, possiamo farcela anche noi”, dice l’autore.
L’AUTORE
Mario Calabresi (Milano, 1970),
giornalista, ha lavorato come cronista parlamentare all’Ansa e alla redazione romana della «Stampa». È stato caporedattore centrale della «Repubblica» e poi corrispondente da New York per lo stesso quotidiano. Ha seguito tutta la campagna presidenziale americana e l’elezione di Barack Obama. Dal 6 maggio 2009 è direttore de “La Stampa”. Nel 2007 ha pubblicato con Mondadori Strade blu Spingendo la notte più in là (2007), che è stato tradotto in Germania, Francia e Stati Uniti, e La fortuna non esiste (2009).

Lascia un commento