Vergogna di Taslima Nasree (Lajja)

Vergogna di Taslima Nasree
(Lajja)

Il romanzo-denuncia dell’intolleranza religiosa

La famiglia Dutta, della minoranza indù, vive da sempre in Bangladesh e si sente perfettamente inserita nel tessuto sociale del paese, anche se periodicamente si scontra con la maggioranza musulmana. Ma il 6 dicembre 1992 alcuni fanatici distruggono un’antica moschea in India e si scatena l’inferno. Agli indù di Bangladesh tocca espiare l’affronto al luogo sacro dell’Islam.

Ciascuno dei Dutta reagisce a modo suo alle atrocità perpretate in tutto il paese dai fondamentalismi musulmani. Il padre rifiuta ostinatamente l’esilio; la madre si chiude in un silenzio impenetrabile; il figlio, deluso nei suoi ideali libertari, sogna vendetta; Maya, la bella figlia minore, vorrebbe solo essere amata dai suoi amici musulmani. Ma proprio lei paga con la vita la brutale violenza dei fanatici, mentre i parenti sopravvissuti si avviano profughi verso l’India: la fede nell’uguaglianza e nella dignità dell’uomo è andata perduta.

Lajja, la vergogna, è il tema del romanzo che ha portato l’autrice alla condanna a morte: vergogna per i carnefici, che incendiano saccheggiano, profanano, stuprano, ma vergogna anche per le vittime, rintanate come topi fra le mura di casa, in fuga dalla patria, pronte a rinnegare la propria identità per sottrarsi alla violenza brutale del fanatismo religioso.

Scritto di getto sull’onda dello sdegno per gli orrori del fanatismo settario, il romanzo è stato un immediato besteseller prima di venire essere messo al bando dal governo del Bangladesh come ”blasfemo” e pornografico”. È stato tradotto in numerose lingue europee.

nella foto L’AUTRICE

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