Stabat Mater di Tiziano Scarpa

Stabat Mater di Tiziano Scarpa

È notte, l’orfanotrofio è immerso nel sonno. Tutte le ragazze dormono, tranne una

Si chiama Cecilia, ha sedici anni. Di giorno suona il violino in chiesa, dietro la fitta grata che impedisce ai fedeli di vedere il volto delle giovani musiciste. Di notte si sente perduta nel buio fondale della solitudine più assoluta.

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La via del coraggio di Mario Grossi

La via del coraggio di Mario Grossi

C’è una scena del film Barry Lindon che mi torna costantemente alla memoria: un grande campo di battaglia, un enorme prato in discesa da un lato e pianeggiante dall’altro di un colore verde smeraldo, brillante, lucido di rugiada

I due schieramenti nemici si fronteggiano a distanza e le casacche policrome dei soldati risaltano ancora più accese sullo sfondo verde. Le prime file di uno schieramento sono costituite da fucilieri che si stanno preparando alla prima scarica. Dall’altro s’impartisce l’ordine dell’assalto. Un assalto al passo, ordinato per file diritte e compatte. A guidarlo c’è un reggimento scozzese di cornamuse. I musicisti soldati sono armati solo dei loro strumenti, ma avanzano al ritmo della canzone che stanno intonando. Non arretrano, non si fermano, suonano trascinandosi dietro come dei pifferai magici i soldati armati di fucile e baionetta. La prima scarica dei fucilieri nemici è tutta per loro. Sullo schermo i corpi inanimati crollano sul prato verde, scavalcati dai soldati che seguono. Tutta la scena è sottolineata dalle dissonanze delle cornamuse che senza più fiato stridono e si afflosciano seguendo la sorte dei loro padroni. Sembra a prima vista una crudele apocalittica scena utile a dimostrare l’insensatezza della guerra e in parte è così. Ma se si guardano attentamente i volti impassibili e i gesti irrigiditi da un ferreo protocollo dei suonatori di cornamusa si potrà scorgere in quelle maschere pietrificate l’essenza del coraggio.

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Cosa mangia il pollo che mangi? di Giada Saint Amour di Chanaz

Cosa mangia il pollo che mangi? di Giada Saint Amour di Chanaz

Dal mercato globale al buon cibo locale. Conoscere, scegliere, costruire nuove economie a partire dall’alimentazione

Una bella tavola imbandita: pronta per noi, per placare la nostra fame e soddisfare i piaceri del nostro palato. 
Ma prima di attaccare la portata che fuma nel nostro piatto proviamo a farci qualche domanda: 
”Che cosa ha mangiato il pollo che stiamo per gustare in punta di forchetta? 
Come sono stati coltivati i fagioli della zuppa? 
Da dove vengono le banane del trionfo di frutta? 
Quanti chilometri hanno fatto per giungere fino a noi? 
Chi ha prodotto il dolce, acquistato direttamente al supermercato? Con quali materie prime? 

Cosa mangia il pollo che mangi?

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La notte ha cambiato rumore di María Dueñas

La notte ha cambiato rumore di María Dueñas

Sira Quiroga è una giovane sarta nella Madrid degli anni Trenta, sta per sposarsi e avviarsi verso un destino sereno

Improvvisamente perde la testa per un imprenditore dal carisma affascinante e, prima che scoppi la Guerra Civile, lascia la Spagna per trasferirsi con lui in Marocco, a Tangeri dove si respira un’atmosfera internazionale, mondana e inebriante. Ma qui si ritrova presto sola, ingannata e piena di debiti. Raggiunto il protettorato spagnolo di Tetuán, con l’aiuto di alcuni improbabili amici Sira riesce ad aprire un atelier di alta moda che, grazie al suo gusto e alla sua forza di volontà, diventa il punto di riferimento per le signore più ricche e influenti della città. Una clientela all’apparenza insospettabile, ma che nasconde dei segreti.

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Accabadora di Michela Murgia

Accabadora di Michela Murgia

Tzia Bonaria e Maria vivono come madre e figlia in un’intesa speciale nata da una scelta consapevole

La vecchia sarta ha visto Maria rubacchiare in un negozio, e siccome nessuno la guardava ha pensato di prenderla con sé, perché ‘le colpe, come le persone, iniziano a esistere se qualcuno se ne accorge”. E adesso avrà molto da insegnare a quella bambina cocciuta e sola: come cucire le asole, come armarsi per le guerre che l’aspettano, come imparare l’umiltà di accogliere sia la vita sia la morte. Perché Maria sia finita a vivere in casa di Bonaria Urrai, è un mistero che a Soreni si fa fatica a comprendere. La vecchia e la bambina camminano per le strade del paese seguite da uno strascico di commenti malevoli, eppure è così semplice: Tzia Bonaria ha preso Maria con sé, la farà crescere e ne farà la sua erede, chiedendole in cambio la presenza e la cura per quando sarà lei ad averne bisogno.

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La monaca di Simonetta Agnello Hornby

La monaca di Simonetta Agnello Hornby

In casa del maresciallo don Peppino Padellani di Opiri, c’è gran fermento: i preparativi per la festa dell’Assunzione della Vergine creano un’atmosfera festosa

Ma forse è l’ultimo giorno sereno nella vita di Agata, innamorata ricambiata del ricco Giacomo Lepre. Agata deve rinunciare al suo amore: le famiglie non riescono a trovare un accordo e, alla morte del maresciallo, la madre di Agata, donna Gesuela, decide di portarla con sé a Napoli, dove spera di ottenere una pensione dal re. L’unico piroscafo in partenza è quello del giovane capitano James Garson. Dopo un tempestoso viaggio, James e Agata si ritrovano insieme sul ponte e qui lei gli confida i propri tormenti.

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Esiste una specifica missione della donna? di Francesco Lamendola

Esiste una specifica missione della donna? di Francesco Lamendola

Esiste una specifica missione della donna nella società e nel mondo? E, se sì, quale; e in che misura la si può pensare realizzabile nelle condizioni proprie della modernità?

Il fatto stesso che ci sia bisogno, oggi, di porre simili domande; e il fatto stesso che suscitino, per lo più, una sorta di divertito imbarazzo, come se si trattasse di questioni assolutamente anacronistiche ed incongrue, dimostra fino a che punto abbiamo smarrito la dimensione più profonda dell’essere e fino a che punto ci siamo persi nel deserto di un falso sapere. Infatti, domandare se esista una specifica missione della donna equivale a porre sul tappeto, contemporaneamente, un duplice ordine di questioni: primo, se ciascun essere vivente possieda una sua propria missione, ovvero se ognuno viva esclusivamente per se stesso, nell’orizzonte dei propri desideri e delle proprie aspirazioni individuali; secondo, se esista una essenza profonda di genere, il maschile e il femminile, invece che una unità indifferenziata, in cui la specificità di genere si debba considerare come un prodotto culturale. Il pensiero moderno risponderebbe negativamente ad entrambe le domande, se vi fosse qualcuno che le pone; ma ormai non le pone più nessuno o quasi, per cui ci si risparmia anche la fatica di provarne la fallacia: così come ormai nessun cosmografo si prenderebbe il disturbo di provare la fallacia del modello aristotelico e tolemaico dell’Universo.

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Sole senza nessuno di Letizia Muratori

Sole senza nessuno di Letizia Muratori

Emilia non ha conservato molto della sua lontana carriera di modella, tranne una nervosa tolleranza verso l’eccentricità

La proposta che le arriva all’improvviso da una sua vecchia conoscenza nel mondo della moda, il signor Murita, la lascia per un attimo interdetta: si tratterebbe infatti di curare nei minimi particolari, a partire dagli abiti alla coreografia e oltre, le settantadue ore che alcuni turisti giapponesi amano trascorrere a Roma per ricevere la benedizione della Chiesa cattolica, in una cerimonia che al ritorno presenteranno come un matrimonio esotico

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