Nell’era digitale in cui viviamo, la capacità di concentrarsi su un’unica attività per un periodo prolungato, come la lettura di un libro, è diventata una sfida sempre più ardua. Numerosi studi neuroscientifici hanno fatto luce sui meccanismi cerebrali che spiegano questa crescente difficoltà, attribuendola principalmente alla costante stimolazione a cui il nostro cervello è sottoposto quotidianamente.

Cosa ostacola la lettura di un libro oggi
Il flusso ininterrotto di email, notifiche e contenuti digitali ha, di fatto, riprogrammato il nostro cervello. Ogni volta che riceviamo una nuova email, un aggiornamento sui social media o un messaggio, si innesca una piccola scarica di dopamina, il neurotrasmettitore associato al piacere e alla ricompensa. Si attua un vero e proprio circolo vizioso in cui il cervello si abitua a cercare costantemente nuove informazioni e stimoli rapidi e immediati, sviluppando abitudini automatiche difficili da interrompere.
Questa sorta di abitudine impedisce di concentrarsi per un lungo periodo su attività che richiedono maggiore attenzione e sono decisamente più lente, come la lettura di un libro. Diventa complicato anche solo leggere poche righe senza distrarsi. Qui il concetto di multitasking è in realtà dannoso e non produttivo. Quest’ultimo infatti diminuisce temporaneamente il quoziente intellettivo e consuma molta più energia mentale rispetto alla concentrazione su un singolo compito.
Inoltre, la continua alternanza tra messaggi, articoli online e social network ha un effetto cumulativo e dannoso sulla nostra capacità di attenzione. Ogni singola interruzione rende sempre più complicato mantenere il focus, non solo durante la lettura, ma anche in momenti cruciali della nostra vita personale e professionale. Questa frammentazione dell’attenzione si estende ben oltre il semplice atto di leggere, influenzando la nostra capacità di engagement profondo in qualsiasi ambito.
Bisogna dire però come sia assolutamente possibile invertire questa tendenza e ripristinare la capacità di lettura e concentrazione del nostro cervello. Una delle strategie più efficaci consiste nel ridurre l’uso dei dispositivi digitali, specialmente nelle ore che precedono il sonno. Numerose testimonianze di chi ha sperimentato questo approccio suggeriscono che bastano pochi giorni di disintossicazione digitale per iniziare a percepire un netto miglioramento, con la lettura torna a essere un’attività piacevole e l’attenzione si acuisce.
Leggere un libro risulta essere un’importante forma di allenamento mentale, un vero e proprio antidoto agli effetti pervasivi della “dopamina digitale”. Essa ci permette di contrastare la superficialità imposta dalla costante ricerca di stimoli rapidi e di recuperare quella profondità di pensiero, quella capacità di riflessione e analisi che le notifiche e il flusso ininterrotto di informazioni digitali ci stanno lentamente sottraendo.