La stanza degli spiriti, il nuovo libro di Shilpa Agarwal edito da Piemme

Il primo ricordo di Pinky Mittal era di acqua luccicante. Lo scroscio della corrente e il frastuono di ruote che avanzavano a fatica, lo schiocco di una frusta sul dorso insanguinato di un bue, urla di uomini e pianti di bambini affamati. Un brusio stridente come il rumore di uno stormo di avvoltoi, macchie nere che si alzavano dal fiume. In questo ricordo così remoto da tornare solo in sogno, Pinky vedeva una donna con un sari di un giallo dorato simile al fiore di champa. La donna guardava il cielo desolato, quasi a implorare gli dei; e lentamente, molto lentamente, scivolava nella corrente, poi d’un tratto s’inabissava e il palloola seguiva volteggiando come un uccello morente che sbatte le ali. Pinky gridava: erano urla simili al vagito inconsolabile di un neonato. Mentre la donna dorata sprofondava nel silenzio. Allora capì“.

LA STANZA DEGLI SPIRITI
Inizia così La stanza degli Spiriti, il nuovo romanzo dell’indiana Shilpa Agarwal ed edito da Piemme. A Bombay, Pinky, tredici anni, vive con la nonna Maji, che l’ha adottata dopo la morte della madre, e la sua famiglia. Nonostante l’amore della nonna, Pinky non riesce a superare un senso di emarginazione. Però ama quella casa con il giardino tropicale, i suoi alberi di mango, il profumo di sandalo e di cumino fritto. E poi c’è Nimish, il bel ragazzo da cui vorrebbe ricevere le stesse attenzioni che gli uomini dedicano alle donne. Ma quando, una notte, Pinky sorprende Nimish con la sua migliore amica, la sensazione di solitudine si fa ancora più esasperata. Pinky piange nel silenzio della casa, mentre strani tintinnii e fruscii d’acqua la raggiungono da dietro una porta. Una porta misteriosa, che Maji spranga ogni sera per riaprirla al mattino, vietando ai bambini anche solo di toccarla. Pinky non ha mai saputo che cosa ci fosse là dentro e ora il desiderio di trasgredire al divieto le sembra l’unico modo per trovare sollievo. In fondo, che altro potrebbe accaderle di peggio? Invece il peggio è proprio dietro quella porta. Perché Pinky, tirando quel chiavistello, libera un fantasma imprigionato da tredici anni. Lo spirito di una neonata uccisa, che prende a ossessionarla, insieme a tutti gli altri della casa, scardinando l’apparente pace della famiglia con la stessa violenza di un monsone. Nessun rituale potrà fermare la forza della verità, e non ci sarà altra strada per Maji che accettare il passato per allontanare gli spiriti, ombre esterne dei fantasmi che vivono in lei.

SHILPA AGARWAL
Nata a Bombay, l’odierna Mumbai, e cresciuta in una famiglia indiana, si è laureata alla Duke University e all’Università della California di Los Angeles. Si è specializzata in letteratura asiatica e africana, Women’s Studies, oltre che in letteratura post coloniale. Con il suo primo romanzo Haunting Bombay ha vinto il First Words Literary Prize, premio dedicato agli scrittori dell’Asia del Sud. Suona il piano e adora lo yoga. Vive a Los Angeles con suo marito e le loro due figlie.

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