Lo Yoga della Potenza di Julius Evola

Lo Yoga della Potenza di Julius Evola

Per chi dell’India abbia soltanto l’idea di una civiltà basata sulla contemplazione, sulla fuga dal mondo in un nirvâna e su un vago spiritualismo vedantino o alla Gandhi, questo libro costituirà una vera scoperta

L’Autore, infatti, fa conoscere al lettore una corrente Indù, il Tantrismo e lo Shaktismo, la quale, diffusasi a partire dal IV secolo d.C., ha esercitato un’influenza notevole sulle precedenti tradizioni, affermando una visione del mondo e della vita come potenza e proponendo metodi di realizzazione caratterizzati dall’importanza data al corpo e alle forze segrete del corpo, nonché dell’ideale di un essere che, pur essendo libero e superiore al mondo, è aperto ad ogni esperienza ed anzi sa ”trasformare in cibo ogni veleno”.

Il Tantrismo pretende di essere la sola dottrina adeguata ai tempi ultimi, al cosiddetto kali-yuga, che è un’epoca della dissoluzione. Pratica quindi un tipo speciale di Yoga, e ritiene opportuno che vengano fatte conoscere tecniche e vie in precedenza tenute segrete a causa della loro pericolosità. Rientrano nei Tantra la cosiddetta ”Via della Mano Sinistra” e il ”rituale segreto dei Cinque Elementi” che comprende l’uso del sesso a fini mistici.

Con una esposizione seria, ordinata e sempre basata sui testi originali, Julius Evola espone il Tantrismo nei suoi diversi aspetti, non trascurando una interpretazione in profondità dei vari insegnamenti e dei vari simboli, effettuando accostamenti e paralleli interessanti anche con dottrine magiche e esoteriche occidentali, tanto da mettere in luce gli elementi fondamentali, lumeggiando ciò che può interessare non solamente per una informazione e per un ampliamento di orizzonti spirituali ma anche per una eventuale pratica, per possibili realizzazioni.

Per Evola, il Tantrismo è l’unica Via da seguire in un ”mondo dove Dio è morto”, in cui lo scopo è raggiungere ”una superiore libertà”: ”Tutto il segreto consisterebbe nella formula apparentemente semplice di trasformare la passività in attività. Quando una passione o un moto dell’anima si manifesta, come un’onda che sorge, non si dovrebbe reagire né subire; bisognerebbe aprirsi e identificarvisi in modo attivo, conservando un sopravanzo di forza, tanto da non essere trasportati ma da trasportare, intensificando lo stato in modo da provocare la completa emergenza della radice”.

Lo Yoga della Potenza, che per la sua seconda edizione (1968) è stato ampiamente rielaborato dall’Autore rispetto alla prima del 1949, è stato rivisto e corretto in occasione della sua presentazione in questa collana. Il libro è stato giudicato dalla critica come ”indispensabile per chiunque voglia conoscere gli aspetti più profondi della spiritualità orientale”.

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