Polvere rossa di Marco Bettini

Isabella Sassoli, una donna all’ottavo mese di gravidanza, una notte viene assassinata brutalmente.
Un brutto delitto ancora irrisolto dopo quaranta giorni da quando il marito (amico del procuratore) l’ha ritrovata rientrando a casa la notte: con le braccia e le gambe divaricate e legate alla spalliera del letto. Un giro di nastro adesivo le serra la bocca. È stata uccisa in un modo molto crudele: l’assassino ha ucciso anche il feto.
Sono passati quaranta giorni, appunto, da quando Isabella Sassoli, giovane e brillante avvocato, appartenente a una famiglia facoltosa, è stata ritrovata senza vita nella propria camera, in una villa alle porte di Rimini. Nessun indizio e neppure una prova che permetta di incolpare qualcuno di quel crimine atroce. La procura decide quindi di ricorrere ad Andrea Germano, un profiler che potrebbe aiutare gli inquirenti a far luce sulla vicenda.

Andrea Germano è un professore di criminologia e un profiler, cioè una persona in grado di tracciare il profilo personale degli assassini, in base al modo di operare e alle prove lasciate sui luoghi del delitto. Andrea è una persona single, di mezz’età. Quando viene chiamato a Rimini dal procuratore Renato Fabbri, compagno di studi all’università, per dare una mano agli investigatori sul delitto di sua moglie, accorre immediatamente.
Gli inquirenti hanno setacciato la casa, il giardino e la vita del marito (ovviamente, il primo sospettato), ma non è emersa nessuna pista. Ecco perché Renato, amico della famiglia, non potendo indagare lui personalmente sul caso per motivi personali, si rivolge ad un esperto come Andrea (che ha già svolto lo stesso lavoro di consulente con altre procure).
Andrea sa che, se vuole raggiungere qualche obiettivo nell’indagine, deve ottenere la massima fiducia dagli investigatori: del caso se ne è occupato anche personalmente il capo della squadra Mobile, Ettore Mazza, un poliziotto per vocazione e non per voglia di carriera. Al poliziotto e alla procura che gli ha dato credito, deve fornire un profilo dell’assassino che permetta la sua identificazione: questo significa non dover trascurare nessun dettaglio.
Il criminologo e il poliziotto iniziano a indagare anche nell’ambiente di lavoro della morta: era un avvocato, socio di uno studio famoso di Rimini. L’assassino sapeva che quella sera sarebbe stata sola, sapeva del suo stato interessante: come faceva ad avere queste informazioni?
L’indagine prende una piega difficile, specie per Andrea. Analizzando i documenti, Andrea capisce di trovarsi di fronte a un assassino freddo, spietato, capace di cancellare ogni traccia. Un assassino che intende uccidere ancora, proprio sotto il naso di chi lo insegue. Perciò, pur consapevole di accettare una sfida che lo tocca sul piano personale, imbocca un percorso al quale non avrebbe mai pensato perché troppo vicino a ciò che ha di più caro.
L’AUTORE
Marco Bettini
vive e lavora a Bologna. Ha pubblicato Color sangue, Lei è il mio peccato e, per Piemme,Mai più la verità e Pentito, una storia di mafia. In un momento di sconforto, che non gli è ancora passato, ha scritto il saggio Sbagliare è umano, ma la sinistra è diabolica. Ha collaborato ai testi dei programmi RAI ”Ultimo minuto”, ”Misteri in blu” e ”Blu notte”. Nel 2007, con Mai più la verità, ha vinto il Premio Franco Fedeli per il miglior romanzo poliziesco. I suoi libri sono tradotti in cinque lingue.

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