Confessione di Kanae Minato

Moriguchi Yuko è una giovane insegnante di scienze in una scuola media e mamma di una bambina di appena quattro anni.
Moriguchi, entrando in classe, un giorno comunica improvvisamente ai suoi alunni la decisione di ritirarsi per sempre dall’insegnamento. E ne spiega immediatamente il grave e doloroso motivo: sua figlia è annegata misteriosamente in una piscina. Moriguchi sa perfettamente che la figlia è stata uccisa da due dei suoi alunni. Infatti dichiara apertamente che si tratta di un omicidio premeditato e commesso precisamente da due degli alunni presenti in quel momento in aula, di cui descrive particolari dai quali gli altri ragazzi possano riconoscerli. Parla apertamente di omicidio premeditato, ma dice che non ha intenzione di denunciarli alla polizia.

Ci sarebbe da meravigliarsi di questa indulgenza, che però è solo apparente, perché in effetti ha deciso di punire i due assassini a modo suo, molto più severamente di quanto farebbe la polizia. In realtà Moriguchi ha pensato un piano forse diabolico ma certamente dettato dal grande dolore per la fine atroce della sua bambina. La sua non vuole essere una punizione, ma una vendetta, quindi si finge indulgente ma in realtà ha sete di vendetta.
Per un caso fortuito ha conosciuto la verità attraverso tre drammatici diari (di cui sono autori i due giovani assassini, Shuya e Nao, e la madre di quest’ultimo), Shuya e Nao hanno ucciso la bambina perché invidiosi dell’amore che l’insegnante nutriva per la sua piccola.
Shuya è figlio di genitori divorziati e sogna un ricongiungimento con la madre. Dotato di intelligenza superiore alla media, inventa un congegno elettrico con il quale ferisce gravemente la bambina.
Nao, timido e modesto, diventa complice del progetto del suo compagno di classe nella speranza di diventare famoso. Nel diario della madre, infine, si parla della cecità dei genitori di fronte all’evidenza.
Conosciuta la verità, l’insegnante si finge indulgente ma in realtà nutre sete di vendetta e con lucida determinazione infetta, con una siringa, il latte destinato ai due ragazzi con del sangue contagiato dal virus dell’AIDS. Vuole disperatamente che i due studenti soffrano fino alla follia e ci riesce con Nao, che arriva a segregarsi in casa, a uccidere la madre fino ad arrivare alla pazzia. Shuya, invece, non si lascia prendere dal panico: molto lucidamente fabbrica una bomba e minaccia di far saltare in aria la scuola.
Ma cosa può spingere due adolescenti a un delitto così efferato? In realtà i due bambini sotto un’apparenza di normalità nascondono disagi familiari e sociali che ne hanno fortemente influenzato il comportamento. E causa del disagio e di conseguenza movente del delitto è l’invidia per il grande amore di quella mamma per sua figlia.

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