L’amore ai tempi del colera di Gabriel Garcia Marquez

Fiorentino Ariza, poeta e proprietario della Compagnia Fluviale del Caribe, è innamoratissimo di Fermina Daza, la più bella ragazza dei Caraibi.
Un amore immenso quello di Florentino Ariza, un amore immenso e puro, nato durante l’adolescenza, coltivato con una passione che va al di là del tempo, che non ha mai vacillato davanti a nulla, che ha resistito alle minacce del padre di lei e non ha mai perduto le speranze neppure di fronte al matrimonio d’amore di Fermina con il dottor Urbino. Un sentimento eterno e incrollabile che Fiorentino continua a nutrire contro ogni possibilità fino alla felice conclusione, inattesa e quasi incredibile.

Ma Florentino sa aspettare e aspetta più di cinquant’anni per realizzare il suo sogno. Ha saputo vivere dolorosamente, ma senza mai perdere la speranza, il lunghissimo distacco causato dal matrimonio di Fermina Daza con il dottor Juvenal Urbino, per potersi ricongiungere alla sua adorata Fermina. E quando il marito di lei muore, Florentino può finalmente esprimere tutto il suo amore non sopito ma accresciuto attraverso gli anni e gli ostacoli.
”L’amore ai tempi del colera” è una storia d’amore e di speranza, con la quale Garcia Márquez, abbandonati per una volta i temi più apertamente politici e il suo impegno di denuncia sociale, crea un’affascinante epopea romantica, un travolgente inno alla vita e alla fantasia che trova la sua ambientazione ideale nella lussureggiante natura dei Caraibi. Un’epopea di passione e di ottimismo, un romanzo splendido dal quale emergono il gusto intenso per una narrazione corposa e fiabesca, le colorate descrizioni dell’assolato Caribe e della sua gente. Perché l’amore di Florentino è l’amore che tutti desideriamo, che tutti noi vorremo ricevere e dare. L’amore che chiunque sogna di vivere.
L’AUTORE
Gabriel Garcia Marquez
nasce il 6 marzo 1928 ad Aracataca, piccolo villaggio fluviale della Colombia. Figlio di Gabriel Eligio García, di professione telegrafista, e di Luisa Santiaga Márquez Iguarán, viene cresciuto nella città caraibica di Santa Marta (a circa 80 chilometri dal suo paese natale), allevato dai nonni (il colonnello Nicolás Márquez e la moglie Tranquilina Iguarán). Dopo la morte del nonno (1936) si trasferisce a Barranquilla dove inizia gli studi. Frequenta il Colegio San José e il Colegio Liceo de Zipaquirá, dove si diploma nel 1946.
Nel 1947 inizia i suoi studi all’Universidad Nacional de Colombia di Bogotà; frequenta la facoltà di giurisprudenza e scienze politiche, e nello stesso anno pubblica il suo primo racconto “La tercera resignacion” sulla rivista “El Espectator”. Presto abbandona lo studio di quelle materie che non lo affascinano e dopo la chiusura dell’Università Nazionale, nel 1948 si trasferisce a Cartagena dove inizia a lavorare come giornalista per “El Universal”.
Nel frattempo collabora con altri giornali e riviste sia americane che europee. Si lega ad un gruppo di giovani scrittori dediti alla lettura dei romanzi di autori quali Faulkner, Kafka e Virginia Woolf. Torna a Bogotà nel 1954 come giornalista de “El Espectador”; in questo periodo pubblica il racconto “Foglie morte”. L’anno successivo risiede a Roma per alcuni mesi: qui segue dei corsi di regia, prima di trasferirsi a Parigi.
Dopo l’ascesa al potere di Fidel Castro, visita Cuba; inizia una collaborazione professionale con l’agenzia “Prensa latina” (prima è a Bogotà, poi a New York) fondata dallo stesso Castro. Le continue minacce della CIA e degli esuli cubani lo inducono a trasferirsi in Messico.
A Città del Messico (dove risiede stabilmente dal 1976) scrive il suo primo libro “I funerali della Mama Grande” (1962) che contiene anche “Nessuno scrive al colonnello”.
Nel 1967 pubblica uno dei suoi romanzi più noti, che lo consacrerà come uno dei più grandi scrittori del secolo: “Cent’anni di solitudine”.
Seguono “L’autunno del patriarca”, “Cronaca di una morte annunciata”, “L’amore ai tempi del colera”: nel 1982 gli viene assegnato il Premio Nobel per la Letteratura.
Nel 2001 è colpito da cancro linfatico. Nel 2002 pubblica comunque la prima parte di “Vivere per raccontarla”, la sua autobiografia. Vince la sua battaglia contro il cancro e nel 2005 torna alla narrativa pubblicando il romanzo “Memorie delle mie puttane tristi”. Il suo ultimo lavoro è “Diatriba d’amore contro un uomo seduto” (2007).

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