La Storia di Elsa Morante

La Storia di Elsa Morante

Il romanzo è strettamente legato alle vicende della seconda guerra mondiale e dell’immediato dopoguerra (dal 1900 al 1947). Narra le tragiche di Ida Ramundo, maestra elementare vedova ed ebrea, violentata da un giovane militare tedesco, un ragazzo spaventato e triste alla ricerca di una donna che lo consoli. Da un atto violenza nasce dunque Useppe, un bambino gracile e minuto, che cresce tra gli stenti e la fame di una Roma occupata. Useppe muore per una grave forma di epilessia e Ida impazzisce dal dolore.

Ida ha un atro figlio unico, Nino, nato dal suo precedente matrimonio con il siciliano Alfio. Nino è esuberante e ribelle: abbandona gli studi liceali, prima milita nelle squadriglie fasciste, poi diventa partigiano. Muore anche lui in un incidente con il suo camion carico di merci di contrabbando, mentre è inseguito dalla polizia.
Drammatiche anche le vicende di un altro personaggio, Carlo Vivaldi, un giovane studente ebreo di Mantova, anarchico nonviolento, il quale, scampato miracolosamente alla deportazione e costretto a partecipare alla lotta partigiana, muore vittima della droga.

Questo libro, uscito nel 1974, suscitò a suo tempo molte polemiche, ma riscosse anche un enorme successo, anche se in controtendenza rispetto alla letteratura del suo tempo. Attraverso la vicenda di morte e di follia costruita intorno al personaggio della maestra elementare Ida Ramundo, nella Roma della seconda guerra mondiale, Elsa Morante mette in luce lo spietato meccanismo di una Storia fatta di potenti che schiaccia e distrugge, senza neppure accorgersene, milioni e milioni di poveri e piccoli esseri umani, destinati al ruolo esclusivo delle vittime. E non solo. Elsa Morante intende anche richiamare la letteratura alle sue responsabilità morali e civili, evidenziando la necessità per lo scrittore di recuperare quel ruolo di insegnante e di depositario della coscienza collettiva che aveva naturalmente incarnato nell’Ottocento.

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