Gli indifferenti di Alberto Moravia

Carla e Michele sono due fratelli. Entrambi giovani ed entrambi annoiati e vuoti dentro: nessun sentimento né di amore né di odio. Il nulla interiore.
Indifferenti“, appunto, di fronte alla vita, incapaci di agire, subiscono passivamente ciò che accade intorno a loro. Ma forse influisce su questa loro ”indifferenza” l’intricata situazione familiare. Infatti, Mariagrazia Ardengo, la madre dei due giovani, ha un amante, Leo Merumeci, il quale mira solo ad impadronirsi della casa di famiglia, l’ultimo patrimonio rimasto a Mariagrazia. E proprio per questo obiettivo Leo Merumeci, pur essendo l’amante di Mariagrazia, tenta continui approcci con Carla, la figlia, approfittando della situazione delicata in cui si trova la ragazza, tentata di uscire dalla vita di mediocre e solitaria che conduce.

Nel giorno in cui la giovane Carla compie ventiquattro anni, Leo tenta di farla ubriacare per approfittare di lei, ma non riesce nel suo tentativo perché Carla sta male e vomita. In realtà Leo non è interessato alla ragazza, ma, come abbiamo detto, teme solo che la famiglia, che si trova in una situazione economica precaria, venda la sua villa di grandissimo valore, proprio quella villa di cui lui vuole impossessarsi.
Comunque, Leo dopo molti tentativi riesce a convincere Carla ad andare a casa sua. E così nasce una storia tra Leo e Carla, che viene scoperta da Lisa, amica di famiglia degli Ardengo, innamorata di Michele, fratello di Carla, che però non la ricambia.
Lisa rivela a Michele il comportamento di Leo, che lo affronta più volte fino a tentare di ucciderlo, senza tuttavia riuscirci. Alla fine Carla sposa Leo, che con questo matrimonio riesce a raggiungere l’obiettivo per il quale si è tanto adoperato.
Dopo un’attenta lettura è il caso di pensare ad un matrimonio all’insegna ”dell’indifferenza” che pervade ogni pagina di questo meraviglioso libro-documento di una società più interessata al lato materiale delle cose piuttosto che ai sentimenti e alla moralità.
”Gli Indifferenti” è un romanzo ancora attualissimo, perché sembra (oppure è?) lo specchio della società dei nostri tempi.
L’AUTORE
Alberto Moravia (Alberto Pincherle all’anagrafe) nasce a Roma il 28 novembre 1907, in un’agiata famiglia borghese. Il padre Carlo fa l’architetto e il pittore, la madre è una De Marsanich, originaria di Ancona. L’infanzia di Moravia trascorre tranquilla fino ai nove anni, quando si ammala di una grave forma di tubercolosi ossea, che lo costringerà a più riprese all’immobilità fino ai 17 anni. Moravia è costretto a compiere studi irregolari, ma legge moltissimo e si impegna in una prodigiosa impresa di autoanalisi. Non ancora ventenne inizia la stesura de ”Gli indifferenti”.
Nel 1930, per motivi giornalistici, inizia a viaggiare: Londra, Parigi, New York; nel 1936 si reca in Cina. Nel 1941 sposa la scrittrice Elsa Morante. Dopo la fine del fascismo e la Liberazione, Moravia, dopo anni di stenti economici, inizia a collaborare a quotidiani e periodici (Il Mondo, il Corriere della Sera, L’Europeo), mentre le sue opere narrative ottengono successo. Nel 1952 i suoi libri sono messi all’indice dal Sant’Uffizio.
Gli anni Sessanta vedono la crisi dei rapporti tra Moravia e la Morante. Lo scrittore conosce Dacia Maraini, che proprio in quegli anni si affaccia alla vita letteraria. Continua intanto la sua infaticabile attività di viaggiatore e scrive con regolarità romanzi, racconti, recensioni cinematografiche e cronache di viaggio, rimanendo un personaggio di primo piano della letteratura europea. Muore nel 1990.
”Gli indifferenti” è il primo romanzo di Alberto Moravia e capolavoro della letteratura esistenzialista. Un ritratto lucido della borghesia italiana durante il ventennio fascista, che porta alla luce il materialismo e la carenza di valori morali che, secondo lo scrittore, contraddistingue il ceto sociale più alto della società italiana del Ventennio.

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