Giù al Sud. Perché i terroni salveranno l’Italia di Pino Aprile

Un libro da leggere, un libro che dimostra come un pezzo pur importante della nostra Italia sia stato ed è ancora oggetto di vilipendio. Perché forse non si pensa che SIAMO TUTTI ITALIANI, a nord e a sud, semplicemente, figli della stessa Patria ”ora in grave sofferenza”.
Un Sud costretto a girovagare per tutto il mondo in cerca di lavoro per il futuro dei figli. Un Sud che ha fatto l’America, come dice Obama, perché gli italiani hanno fatto l’America e quegli italiani erano tutti ”terroni del Sud”. Ma ora stiamo assistendo ad un fenomeno meraviglioso: vediamo un Sud dove le nuove generazioni di ragazzi restano lì, al Sud dove sono nati e cresciuti, per costruire una possibilità di futuro a casa propria.

”Certamente hanno riscoperto valori sottovalutati e un passato negletto. Non sono idealisti né si fanno illusioni i giovani terroni di oggi, perché non hanno molta fiducia nell’attenzione che questo Paese offre, ma hanno più fiducia in se stessi. E si aprono al nuoco, creano un festival del cinema, si occupano di volontariato, girano per paesini dimenticati per riscoprire forme d’artigianato d’arte. A Crotone gestiscono il più grande centro di prima accoglienza d’Europa. E mentre lo sguardo di tutti è rivolto alla ricchezza e alla potenza del Nord, al Sud, credo stia nascendo l’Italia di domani. Un’Italia migliore.” (Pino Aprile)
L’AUTORE
Pino Aprile, giornalista e scrittore,
pugliese residente ai Castelli Romani, ha lavorato per anni a Milano. È stato vicedirettore di Oggi e direttore di Gente. Per la televisione ha lavorato con Sergio Zavoli all’inchiesta a puntate “Viaggio nel Sud” e al settimanale di approfondimento del Tg1, Tv7. Il suo libro precedente, Terroni, è stato il volume di saggistica più venduto del 2010. Pino Aprile è diventato il giornalista “meridionalista” più seguito in Italia, un vero fenomeno che, nelle parole dei suoi lettori, “ha ridato voce e dignità al Sud”. Terroni verrà pubblicato anche in America e diffuso nelle università americane. Per Piemme ha scritto anche Il trionfo dell’Apparenza, sui falsi miti di questo inizio di secolo, Elogio dell’imbecille ed Elogio dell’errore, accolti con successo e tradotti in molti paesi.
Lo sapevate che…? in “Giù al Sud” si parla di:
– Una disposizione del ministero della Pubblica Istruzione (vabbé, quel che ne resta, a parte il nome, ormai improprio, a seguito della gestione Gelmini) cancella dall’insegnamento nei licei gli scrittori e i poeti meridionali;
– Le norme per il federalismo fiscale “equo e solidale” (si capisce) sono state decise in quasi assoluta solitudine da leghisti e amministratori del Nord, in assenza di quelli del Sud; oppure, in presenza di rappresentanti della Sicilia, ovvero di una regione a statuto speciale, a cui non si applicano quei criteri. Ovviamente, indovinate quanto sono “equi e solidali” quei criteri;
– Perché nessuno impedì a Umberto Bossi, ministro, di fumare in Prefettura, alla presenza del capo del governo, dei presidenti di un paio di Regioni, di sua Eccellenza il Prefetto e altri pubblici funzionari preposti all’osservanza delle leggi. Analisi di un gesto.
– Cosa muove il montante risentimento di una città comunemente definita “babba” (diciamo: inerte, per non offendere) come Messina? Incredibilmente, il recupero della memoria dei soccorsi dopo il terremoto del 1908: arrivarono diecimila bersaglieri, con un milione di pallottole e cominciarono a sparare sui superstiti “sciacalli”, anche se a rubare i beni delle vittime, si scoprì, erano soprattutto i militari. e in parlamento si propose di rivolvere la faccenda, bombardando le macerie, sotto le quali erano, sepolte ma vive, migliaia di persone.
– Sempre maggiore il numero di giovani laureati del Sud che decidono di restare o addirittura tornare, rifiutando ottime offerte all’estero e al Nord, per migliorare la propria condizione, migliorando quella della propria terra. Il fenomeno ha assunto tale importanza, che un grande antropologo, il professor Vito Teti, lo ha studiato come si trattasse di una nuova tribù, chiamandolo, con un bellissimo neologismo, “La Restanza – l’antropologia del restare”.
– Torremaggiore: il paese di Nicola Sacco, giustiziato innocente, sulla sedia elettrica, con Bartolomeo Vanzetti; ma anche il paese di Michele Caruso, uno dei più audaci “briganti” che combatterono anni contro l’invasione piemontese e ne sconfisse reparti in campo aperto. Il primo, dopo 50 anni, è stato rabilitato dallo Stato del Massachusetts; il secondo, dopo 150 anni, è ancora “brigante”…
– Il dolore del Sud, per il massacro subìto, la distruzione della sua società e della sua economia, fu smaltito in musica (chi soffre, canta). Così sono nate le più belle canzoni “italiane”, in realtà quasi esclusivamente napoletane; e, da emigrati principalmente siciliani, a New Orleans, addirittura il jazz, in cooperazione e concorrenza con i neri, a Congo Square; mentre “la sesta napoletana”, la serie di accordi che più intesamente “racconta” il dolore, invadeva tempo e spazio, sino alle canzoni di Jim Morrison, dei Rolling Stones (Angie).
– Come mai dilaga “l’architettura del brutto” al Sud? Ecco in che modo la perdita del proprio passato distrugge il senso della bellezza e l’idea dello “spazio comune”…
Un ESTRATTO DA ”Giù al Sud. Perché i terroni salveranno l’Italia” di Pino Aprile

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