Come una rana d’inverno di Daniela Padoan

Come una rana d’inverno di Daniela Padoan

Conversazioni con tre donne sopravvissute ad Auschwitz

In questo libro Daniela Padoan riesce ad avvicinarsi a quella che fu la realtà femminile nei campi di sterminio nazisti, e lo fa con una bravura non comune: durante l’intervista le tre donne (Liliana Segre, Goti Bauer e Giuliana Tedeschi) riescono ad aprirsi e a raccontare quello che accadde, ricostruendo il periodo più buio nella storia dell’umanità da una prospettiva diversa, quella femminile appunto.

Questo l’originale obiettivo del libro, che riesce ad allargare lo spazio di riflessione su quanto è accaduto. Certo non è facile raccontare quei giorni, non perché distanti nel tempo, ma perché irreali a tal punto che la mente non ne conserva una sequenza sensata, quale senso potrebbe esserci…Ciò che emerge allora sono dei piccoli fotogrammi, delle immagini sbiadite che non sembrano vere.

Davvero è successo tutto questo? Molto più semplice negare e far finta di niente, molto più comodo per il nostro equilibrio psichico. A quanto pare invece la nostra scrittrice non ama le cose semplici. Per questo motivo nessuna domanda è fuori luogo nell’intervista: ogni parola ha il suo peso. Del resto vi sembra facile affrontare un argomento del genere con chi l’ha vissuto sulla propria pelle?

Sulla Shoah hanno ormai scritto in molti – forse in troppi – ma un aspetto fondamentale è finora rimasto stranamente in ombra: le donne, che nelle selezioni ad Auschwitz costituirono, insieme ai bambini, quasi il 70% dei prigionieri inviati alle camere al gas. Questo libro, articolato in tre conversazioni con Liliana Segre, Goti Bauer e Giuliana Tedeschi – italiane deportate ad Auschwitz e prigioniere nel campo femminile di Birkenau nel 1944 – mette in luce la diversa esperienza femminile della prigionia e della testimonianza. E di testimonianze ne esistono molte. Si è anche pensato di istituire il giorno della memoria, un provvedimento significativo e dall’indubbia utilità.

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